Sessuologia
Sessuologia
Introduzione alla Sessuologia Clinica:
un approccio olistico alla sessualità umana
La sessualità umana è un intricato tessuto di influenze biologiche, psicologiche, sociali e culturali che convergono per dare forma alle varie espressioni del comportamento sessuale. Al centro di questa complessa interazione si trovano gli individui e le loro relazioni, il cui benessere sessuale è cruciale per una vita soddisfacente e appagante.
Viaggio attraverso gli approcci terapeutici in sessuologia
Prima del ‘900 l’interesse scientifico è volto esclusivamente agli aspetti patologici e devianti della sessualità.
Nel XIX secolo e all’inizio del XX secolo, la sessualità era considerata principalmente dal punto di vista morale e religioso. L’interesse scientifico era limitato e spesso si concentrava sugli aspetti patologici e devianti della sessualità, come l’omosessualità, la masturbazione e le disfunzioni sessuali.
1906 – Iwan Bloch dermatologo-venereologo, primo teorizzatore della scienza sessuologica, introduce il termine sessuologia e ne definisce l’obiettivo preventivo, terapeutico e riabilitativo
Iwan Bloch fu uno dei primi ad adottare un approccio scientifico e non moralistico verso la sessualità. Il suo contributo rivoluzionario consistette nell’introduzione del termine “sessuologia” e nell’espansione del campo di studio oltre i confini della medicina, includendo anche la psicologia e altre discipline.
Iwan Bloch 1872 – 1922
Bloch non solo ha introdotto la sessuologia come campo di studio, ma ha anche delineato gli obiettivi chiave di questo campo, che includono la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, il trattamento delle disfunzioni sessuali e la riabilitazione sessuale. La visione di Bloch era olistica, comprendente sia gli aspetti fisici che psicologici della sessualità, anticipando così l’approccio interdisciplinare che caratterizza la sessuologia moderna.
La sessualità (anche non patologica) diventa oggetto di studio, non solo della medicina, ma anche della psicologia, grazie ai contributi di Freud, Moll, Ellis, Krafft-Ebing, Hirschfeld
Sia Sigmund Freud che altri pionieri come Richard von Krafft-Ebing e Magnus Hirschfeld hanno apportato contributi significativi alla comprensione della sessualità, spostando l’attenzione dalla mera patologia alla sua complessità psicologica e sociale.
Approccio Psicologico: Freud in particolare ha evidenziato l’importanza della sessualità nell’ambito dello sviluppo psicologico individuale, introducendo concetti come libido, complesso edipico e pulsioni sessuali.
Approccio Sociale: Allo stesso tempo, studiosi come Krafft-Ebing e Hirschfeld hanno analizzato la sessualità in un contesto sociale più ampio, esaminando le variazioni e la diversità delle pratiche sessuali attraverso le culture e le epoche storiche.
La sessualità è passata dall’essere considerata un tabù o unicamente un fenomeno patologico ad essere oggetto di studio scientifico multidisciplinare, aprendo così la strada alla sessuologia moderna e alla comprensione più approfondita della sessualità umana in tutte le sue sfaccettature. La storia degli approcci psicologici nella sessuologia moderna può essere letta attraverso tre prospettive teoriche principali:
Cornice psicoanalitica
Sigmund Freud è stato uno dei pionieri nella teoria psicoanalitica della sessualità. Nei suoi saggi (“Tre saggi sulla teoria sessuale”, 1905), ha introdotto concetti fondamentali come la sessualità infantile e pregenitale, sottolineando l’importanza di questa fase nello sviluppo della personalità e del funzionamento sessuale adulto. Secondo Freud, il modo in cui l’individuo attraversa le fasi sessuali durante l’infanzia ha un impatto significativo sulla sua vita adulta e sulle relazioni.
Wilhelm Reich (“Sessualità e angoscia“, 1935) ha esteso il lavoro di Freud, concentrando la sua attenzione sulla sessualità genitale dell’adulto e sulla potenza orgasmica. Egli ha delineato un modello a quattro fasi per il ciclo sessuale: tensione, carica, scarica e rilassamento. La sua teoria ha posto un’enfasi particolare sull’importanza dell’orgasmo e sulla liberazione delle tensioni sessuali come elemento cruciale per il benessere psicologico.
Alfred Kinsey (1894-1956) è noto per aver condotto le prime inchieste statistiche significative sul comportamento sessuale umano (“Il comportamento sessuale dell’uomo”, 1948 e “Il comportamento sessuale della donna”, 1953). Attraverso il suo famoso “Rapporto Kinsey”[1] e le inchieste condotte, ha fornito un quadro più completo e scientifico delle variazioni e delle pratiche sessuali umane, sfidando molte concezioni tradizionali sulla sessualità.
John Bowlby, benché non sia stato specificamente un sessuologo, ha contribuito all’ambito della sessuologia attraverso la sua ricerca sull’attaccamento (“Attaccamento e perdita” 1969). Bowlby ha evidenziato l’importanza del contatto fisico tra madre e bambino nei primi anni di vita come fondamentale per lo sviluppo psicologico e emotivo sano. Questo contatto fisico influisce direttamente sullo sviluppo della sessualità, contribuendo alla formazione di legami affettivi sicuri e alla capacità di stabilire relazioni intime e soddisfacenti nell’età adulta.
Cornice cognitivo-comportamentale
Masters e V. Johnson: Pionieri nella Sessuologia Moderna
Masters e Johnson hanno introdotto un approccio terapeutico innovativo nella sessuologia, differenziandosi dalle tradizionali teorie psicoanalitiche. Invece di concentrarsi esclusivamente sui conflitti inconsci o sulle cause remote delle disfunzioni sessuali, hanno focalizzato l’attenzione sul superamento degli ostacoli presenti nel momento presente.
Approccio Qui ed Ora – La loro terapia era incentrata sul sintomo nel qui ed ora, affrontando le difficoltà sessuali dei pazienti senza scavare nel passato alla ricerca di radici psicologiche. Questo approccio ha reso la terapia più pragmatica ed efficace, consentendo ai pazienti di concentrarsi sul miglioramento immediato della loro vita sessuale.
Terapia Mansionale e Training di Comunicazione – Una delle innovazioni chiave di Masters e Johnson è stata l’introduzione della terapia mansionale e del training di comunicazione per le coppie. Queste metodologie hanno permesso alle coppie di affrontare apertamente le loro sfide sessuali, migliorando la comunicazione e la comprensione reciproca, fattori essenziali per una sessualità soddisfacente.
Terapia Residenziale – Masters e Johnson hanno anche proposto una forma di terapia residenziale, un programma intensivo di 2-3 settimane progettato per affrontare le disfunzioni sessuali in un ambiente controllato e supportivo. Questo approccio ha consentito ai pazienti di immergersi completamente nel processo terapeutico, ottenendo risultati più rapidi e duraturi.
Il lavoro di Masters e Johnson presso l’Università di Washington è considerato pionieristico nel campo della sessuologia, coinvolgendo un campione significativo di uomini, donne e coppie di diverse età. Masters e Johnson hanno studiato il comportamento sessuale di uomini e donne nell’ambito strettamente scientifico del laboratorio, osservando e registrando circa 14.000 atti sessuali. La loro ricerca si è concentrata sulla fisiologia della risposta sessuale maschile e femminile, osservando i mutamenti fisici che si verificano durante il ciclo di reazione sessuale. Utilizzando tecniche innovative come l’osservazione diretta e le misurazioni fisiche con strumenti tecnologici, hanno fornito una nuova prospettiva scientifica sulla sessualità umana. Questo ampio studio ha fornito una base empirica solida per la comprensione della fisiologia della risposta sessuale dell’uomo e della donna.
Approccio integrato – Helen Singer Kaplan
Nella seconda metà degli anni ’70, Helen Singer Kaplan introdusse la sua proposta di terapia sessuale nata da una combinazione di diversi approcci psicoterapeutici (Psicodinamico, Cognitivo-Comportamentale, Sistemico-Relazionale), segnando un importante sviluppo nell’ambito del trattamento delle problematiche sessuali.
Focus sulla Relazione – Caratteristica distintiva di questo approccio è lo spostamento del focus terapeutico dall’individuo alla relazione. Secondo Kaplan, i problemi sessuali non possono essere affrontati isolando l’individuo, ma devono essere considerati all’interno del contesto della relazione di coppia (impostazione ancora attuale). Questo approccio riflette una comprensione più ampia della sessualità umana, che è strettamente interconnessa con i dinamismi e le dinamiche relazionali.
Difficoltà Relazionali come Problemi Sessuali – Nel modello di Kaplan, i problemi sessuali vengono compresi principalmente come difficoltà relazionali. Ciò significa che i problemi sessuali non sono visti come patologie individuali, ma piuttosto come manifestazioni di problemi interpersonali o di comunicazione all’interno della coppia. Questo approccio integrato consente al terapeuta di esplorare e trattare non solo le dinamiche sessuali individuali, ma anche le dinamiche relazionali che possono influenzare la salute sessuale della coppia. Inoltre, permette una comprensione più completa e approfondita dei problemi sessuali, considerandoli all’interno del contesto più ampio della vita relazionale dei pazienti. Per molto tempo questo modello è rimasto un caposaldo della sessuologia clinica e la prima forma di approccio integrato ai problemi sessuali.
Modello Bifasico (1974)
Kaplan individua due fasi della risposta sessuale: Eccitazione e Orgasmo.
Le due fasi interessano reazioni di strutture anatomiche differenti, che sono innervate da parti diverse del sistema nervoso. Le due componenti sono dunque distinte e relativamente indipendenti.
Fase di Eccitazione – Durante questa fase, si verificano le reazioni fisiologiche iniziali che preparano il corpo per il rapporto sessuale. Nell’uomo, ciò include l’erezione del pene, mentre nella donna si manifesta attraverso la lubrificazione e la dilatazione vaginale. Queste risposte sono controllate principalmente dal sistema parasimpatico del sistema nervoso autonomo.
Fase di Orgasmo – Questa è la fase culminante del rapporto sessuale, caratterizzata da contrazioni muscolari intense e piacevoli. Nell’uomo, si manifesta con l’eiaculazione, mentre nella donna è associata all’orgasmo. Le contrazioni muscolari sono controllate principalmente dal sistema simpatico del sistema nervoso autonomo.
Modello Bifasico e Disturbi Sessuali
Nell’ambito del Modello Bifasico, si evidenziano due categorie di Disturbi Sessuali:
Disturbi dell’Eccitazione – Questi disturbi riguardano principalmente la fase di eccitazione e possono includere la disfunzione erettile nell’uomo e l’assenza di lubrificazione nella donna (Disturbo dell’eccitazione femminile). Queste condizioni possono derivare da una varietà di cause fisiche, psicologiche o relazionali.
Disturbi dell’Orgasmo – Questi disturbi coinvolgono la fase di orgasmo e possono manifestarsi sotto forma di eiaculazione precoce o ritardata nell’uomo e anorgasmia nella donna. Come per i disturbi dell’eccitazione, le cause possono essere varie e possono includere fattori fisici, psicologici o relazionali.
Evoluzione del Modello e Riconoscimento del Desiderio Sessuale
Mancanza dell’elemento attivatore
In passato, si riteneva che i disturbi sessuali fossero principalmente legati a disfunzioni fisiche o fisiologiche. Tuttavia, l’osservazione di alcuni fallimenti terapeutici ha portato gli studiosi a riconoscere che spesso le disfunzioni della fase genitale sono sintomatiche di un problema più profondo, come la mancanza di desiderio sessuale o l’insoddisfazione emotiva o relazionale.
Questa consapevolezza ha portato a un’evoluzione del modello, con un maggiore riconoscimento dell’importanza del desiderio sessuale come componente fondamentale della salute sessuale. È diventato chiaro che il desiderio sessuale è un fattore attivatore e facilitante per le altre fasi della risposta sessuale, e la sua assenza può contribuire significativamente ai disturbi sessuali.
Dal Modello Bifasico al Modello Trifasico (1979)
Kaplan, con il suo modello trifasico, individua nella risposta sessuale tre fasi fondamentali: desiderio, eccitazione e orgasmo. Questo modello ha fornito un quadro utile per comprendere il processo di risposta sessuale umana, identificando i diversi aspetti e le sequenze di esperienza che caratterizzano l’attività sessuale.
Il Modello Trifasico identifica tre categorie principali di disturbi sessuali che possono verificarsi in ciascuna fase della risposta sessuale:
- disturbi del desiderio,
- disturbi dell’eccitazione,
- disturbi dell’orgasmo.
Questa categorizzazione ha facilitato la diagnosi e il trattamento dei problemi sessuali, permettendo agli specialisti di concentrarsi su specifiche aree di difficoltà.
Ulteriore evoluzione del modello
Complessità della risposta sessuale – Successive ricerche e osservazioni cliniche hanno rivelato che la risposta sessuale umana è molto più complessa di quanto suggerito dal modello trifasico. Si è scoperto che la sessualità femminile, ad esempio, può essere caratterizzata da un’esperienza più fluida e meno lineare rispetto a quella maschile, con una maggiore variazione individuale.
Variabilità nell’attivazione del desiderio – Si è anche compreso che il desiderio sessuale può essere attivato da una vasta gamma di stimoli, non solo da fattori interni ma anche da stimoli esterni, contestuali e relazionali. Questo dimostra che il desiderio sessuale può essere un processo complesso e dinamico, influenzato da molteplici fattori.
Ruolo dell’orgasmo – Inoltre, l’orgasmo non è sempre il punto di arrivo della risposta sessuale, come suggerito dal modello trifasico. Alcune persone possono sperimentare la soddisfazione sessuale senza raggiungere l’orgasmo, mentre altre possono trovare piacere in altre forme di intimità e connessione fisica.
In conclusione, il modello trifasico di Kaplan ha fornito una base importante per la comprensione della risposta sessuale umana e l’identificazione dei disturbi sessuali. Tuttavia, la sua ulteriore evoluzione ha evidenziato la necessità di considerare la complessità e la variabilità dell’esperienza sessuale umana, oltre a riconoscere le differenze individuali e di genere nella manifestazione della sessualità.
[1] Prima inchiesta statistica nel campo del comportamento sessuale umano, con 18.000 interviste.
Ottica Multidisciplinare e Modello Biopsicosociale (BPS) nella Salute Sessuale
A partire dagli anni ’60 del secolo scorso si sono fatti notevoli passi avanti nella conoscenza della sessualità umana. Questa maggiore comprensione della sessualità si è tradotta anche in nuove possibilità terapeutiche che prevedono l’integrazione di approcci teorici e strumenti clinici diversi: farmaci, consulenza sessuale, interventi terapeutici a orientamento psicodinamico, cognitivo-comportamentale, sistemico-relazionale, terapia mansionale, tecniche di rilassamento.
L’approccio alla salute sessuale attraverso un’ottica multidisciplinare e il modello biopsicosociale (BPS) rappresentano un importante sviluppo nel campo della medicina e della sessuologia, poiché riconoscono la complessità e l’interconnessione dei fattori che influenzano la salute sessuale e il benessere individuale.
Il modello BPS fu introdotto nel 1977 dal medico statunitense Georg Engel. Questo modello si discosta dall’approccio tradizionale lineare “causa-effetto” e considera invece la malattia come il risultato dell’interazione di molteplici fattori biologici, psicologici e sociali. Questo approccio alla comprensione e alla cura della malattia deriva dalla teoria dei sistemi complessi e pone l’individuo al centro di un ampio sistema influenzato da molteplici variabili.
Approccio Multidisciplinare alla Salute Sessuale
Nella valutazione e nel trattamento dei problemi legati alla salute sessuale, è essenziale quindi considerare non solo gli aspetti biologici, come le condizioni fisiche e le disfunzioni organiche, ma anche gli aspetti psicologici, come le credenze, le emozioni e i comportamenti sessuali, e gli aspetti sociali e culturali, come i ruoli di genere, le norme culturali e le influenze sociali sulla sessualità.
Nel contesto della salute sessuale, un’ottica multidisciplinare implica il coinvolgimento di professionisti provenienti da diverse discipline, tra cui medicina, psicologia, sessuologia, sociologia e antropologia. Questo approccio permette una comprensione più completa della sessualità umana e delle varie sfaccettature che influenzano la salute sessuale.
Il modello BPS riconosce che il benessere sessuale è correlato alla qualità complessiva della vita dell’individuo. Il distress sessuale può avere un impatto significativo sulla salute mentale, sulle relazioni interpersonali e sulla soddisfazione complessiva della vita. Pertanto, l’obiettivo delle terapie sessuali è non solo risolvere i problemi specifici legati alla sessualità, ma anche migliorare la qualità della vita del paziente nel suo complesso.