Terapia Gestalt Analitica

La Gestalt Analitica è frutto dell’unificazione e dell’integrazione di due approcci differenti alla terapia: quello della terapia della Gestalt di Fritz Perls e quello della Psicologia Analitica di C. G. Jung. Queste due correnti terapeutiche si intersecano nella Gestalt Analitica in modo creativo e flessibile, richiamando a sé altri contributi psicoterapeutici, tra cui tutto il filone delle Psicoterapie Corporee, l’Analisi del Carattere di Wilhelm Reich, la Bioenergetica di Alexander Lowen, l’Analisi Transazionale, la Psicologia Umanistica di Carl Rogers, lo Psicodramma di Jacopo Levy Moreno.

Presenza, consapevolezza, responsabilità individuale. Sono questi gli elementi fondamentali della terapia della gestalt. Ciò che la terapia gestaltica si propone è di elicitare le potenzialità creative, adattive e sane del paziente, restaurando in lui le funzioni di contatto con il suo ambiente; dandogli modo di sentire i suoi bisogni, i desideri, le necessità e di rapportarsi emotivamente con il mondo che lo circonda. Tutto ciò, attraverso una sana e autentica esperienza nel “qui e ora” di ogni momento vissuto e attraverso un sano e autentico contatto con sé stessi e il proprio corpo. Il lavoro corporeo è lo strumento principale che concretizza l’agire che nella gestalt è strumento fondamentale di crescita.
Solo se sono in ascolto di me stesso e in contatto con i miei vissuti emotivi, solo allora sarò in grado di essere consapevole di come mi muovo nel mondo e di assumermi la piena responsabilità dei miei comportamenti e scegliere di agire diversamente.

“La terapia Gestalt consiste nel trasformare le persone di carta in persone reali.” F. Perls

Le finalità che la terapia gestaltica si pone sono quelle di potenziare l’autosostegno rispetto al sostegno ambientale e ridurre la dipendenza dell’organismo dall’ambiente. I principi della terapia della Gestalt sono stati efficacemente categorizzati da Claudio Naranjo in questi nove punti:

  • Vivi nel presente;
  • Vivi qui;
  • Non immaginare, sperimenta la realtà;
  • Non pensare inutilmente, ma senti e vedi;
  • Esprimi invece di manipolare, spiegare, giudicare, giustificare;
  • Abbandonati a sperimentare il dolore così come fai per il piacere;
  • Non accettare alcuni “dovresti”;
  • Assumi la piena responsabilità delle tue azioni, dei tuoi sentimenti e dei tuoi pensieri;
  • Abbandonati ad essere ciò che sei.

Ed è proprio qui che si integra la visione junghiana, che aggiunge ricchezza e trova nuove soluzioni, allargando lo sfondo di base e creando un orizzonte più ampio. L’analisi junghiana iscrive il processo esperienziale nel “qui ed ora” del paziente in una cornice di analisi del profondo, per giungere alle figure (gli archetipi) che stanno dietro quelle presenti.

L’individuo viene visto nella sua essenza e nella sua unicità, nel suo essere individuus, indivisibile.

E, a partire proprio da questa unicità, l’analisi junghiana permette di ricostruire quella rete di significati iscritta nell’esistenza di ciascuno di noi che mira all’attivazione del processo di realizzazione di sé: l’individuazione.

Il processo individuativo rappresenta l’elemento fondante del pensiero junghiano. Esso consiste essenzialmente in quel processo, spontaneo e autonomo, diretto e coordinato da una speciale “guida interiore” che Jung chiama il Sé; un principio ordinatore che guida e spinge questo processo che permette all’individuo di diventare sé stesso, ciò per cui è nato. L’individuazione rappresenta la tappa fondamentale per riconnetterci e trovare armonia con la nostra vera natura, per raggiungere un vero stato di benessere.

“Ciò che la natura richiede al melo è che produca mele e al pero che produca pere. Da me la natura vuole che io sia semplicemente un uomo, ma un uomo cosciente di ciò che è.” C.G.Jung

“Ciò che la terapia gestaltica si propone è di elicitare le potenzialità creative, adattive e sane del paziente, restaurando in lui le funzioni di contatto con il suo ambiente; dandogli modo di sentire i suoi bisogni, i desideri, le necessità e di rapportarsi emotivamente con il mondo che lo circonda. Tutto ciò, attraverso una sana e autentica esperienza nel “qui e ora” di ogni momento vissuto e attraverso un sano e autentico contatto con sé stessi e il proprio corpo.”

“"L’analisi junghiana iscrive il processo esperienziale nel “qui ed ora” del paziente in una cornice di analisi del profondo, per giungere alle figure (gli archetipi) che stanno dietro quelle presenti."

“L’individuazione rappresenta la tappa fondamentale per riconnetterci e trovare armonia con la nostra vera natura, per raggiungere un vero stato di benessere."